Bimbi vi ho già parlato della spiaggetta, vero?
Ora vi racconto bene bene come funziona e dove si trova
perché è importante per capire il mondo degli spiriti.
Questo posto esiste nella mente di ogni persona.
Quell’angolo del pensiero in cui amiamo rifugiarci. Dove ci sentiamo sicuri,
sereni, protetti. Spesso lo cerchiamo quando siamo in difficoltà e altre volte
lo troviamo tra i pensieri della notte. Quelli prima e dopo essersi
addormentati. Ognuno se lo immagina a modo suo. Nel mio caso è appunto una
spiaggetta.
Ve la descrivo.
La spiaggetta
Una piccola spiaggia. Una baia chiusa in un abbraccio
composto da una scogliera rocciosa sulla destra e una collinetta verde sulla
sinistra. Alle spalle bassi cespugli crescono sempre più fino a diventare una
pineta, un boschetto, una giungla.
Ma torniamo alla spiaggetta. Sdraiati sulla sabbia
possiamo ripercorrere, come in un film, vicende legate alla nostra vita o
all’esistenza in generale. Il cielo diventa uno schermo dove particolari
apparentemente insignificanti della nostra vita tornano sotto forma di
immagini. Molto spesso si possono vivere racconti immaginati, letti o visti in
un film. È tutto osservazione, niente di più. Una pacata e serena osservazione
dell’esistenza.
Non arriva mai ombra né notte. Il sole è perennemente
alto in cielo, allo zenit, così lo percepiamo ma non lo vediamo. Si sente il
caldo sulla pelle. Tutti i ricordi diventano piccoli brividi, pizzichi sulla
pelle arsa dal sole. La vita viene sciacquata e filtrata da una brezza che si
solleva solo quando staremmo per sudare per rinfrancarci. Per completare
l’opera ci verrebbe da entrare in acqua. Un mare che sembra voler parlare.
Il mare
Abbiamo notato che i ricordi non giungono come da svegli.
Prima arrivavano da dietro, dalle spalle, e venivano vissuti e interpretati da
tutto il corpo prima di essere riconosciuti nella testa. In questo posto i
ricordi, quando proviamo a chiamarli, arrivano di fronte a noi per poi
allontanarsi immediatamente con un effetto a elastico. Allunghiamo le mani ma
non riusciamo a coglierli. Rimangono sulla punta della lingua.
Entrare in acqua fortifica questa sensazione.
Tutta la vita da svegli diventa lontana. Ogni onda ci
lava dal giorno, sembrerebbe volerci far dimenticare la nostra vita. Quando poi
veniamo attratti da un’onda lontana. Sembra muoversi quasi controcorrente. In
nostra direzione. Ci chiama, vuole noi. Ma vuole che stiamo fermi ad aspettarla,
sarà lei a raggiungerci.
È la memoria, sotto forma di petalo ora, fiammella o piuma
altre volte. La nostra singola e individuale memoria. Solo che ora arriva di
fronte.
I nostri ricordi cavalcano il mare e tornano da noi come
vecchi amici.
Ognuno di noi vive questo posto a modo suo ma diciamo che,
la maggior parte delle persone, una volta ricevuta la visita di un ricordo, si
apparta con esso sulla spiaggia per riviverlo oppure lo porta nel boschetto
retrostante, luogo in cui spesso sono i ricordi stessi a dirigerci.
Il boschetto
È il posto in cui risiedono i sogni delle persone. Molto
spesso chi ha accolto un ricordo dal mare viene qui a piantarlo. Qui si possono
rivivere i sogni che tutti gli uomini fanno. Qui ci sono i desideri e le paure
più grandi degli esseri umani. In questo posto abitano spesso molti tipi di
spiriti diversi. Molte storie particolari nascono qui. Forse perché sta a metà
tra il mondo da svegli, quello dei sogni e quello delle nuvole.
La scogliera
Alla destra della spiaggetta.
Qui è la notte. Giunge quasi con uno stacco netto.
Camminando dalla spiaggetta verso la scogliera si vede ciò che prima non si
vedeva per il troppo sole. Cioè il buio. Entrati nel buio tutto il resto è
confuso e sfocato. In questo posto ci si muove col pensiero. Non servirebbe
faticare. Eppure la voglia di arrampicarsi su questa scogliera è spesso
irresistibile.
Arrampicandosi il buio diventa assoluto. La salita, a
seconda dei casi, può essere più o meno pericolosa e faticosa ma una cosa è
uguale per tutti: arrampicarsi su questa scogliera rende l’animo oscuro.
Leggeri moti ansiosi si affacciano, inaspettatamente. Cerchiamo allora la
spiaggetta con lo sguardo, ma attorno a noi c’è solo il buio più accecante. Che
ci stiamo a fare qua? Ci chiediamo. Dobbiamo salire perché la paura potrebbe
essere l’unica compagnia qui. Ma tutto finisce, come anche questa salita.
Il buio lascia il posto ad una fioca luce. Siamo arrivati
sulla sommità della scogliera.
L’altipiano brullo
Sulla sommità c’è una pallida e giovane alba, sotto, in
quel muro di rocce verticale che è la scogliera, la notte cupa. Ai piedi della
scogliera la spiaggia, col sole allo zenit. Da qui si scorge tutto. Anche un
grosso sole che si intravede dietro alla collina verdeggiante alla sinistra
della spiaggetta. Dietro le nostre spalle un territorio brullo: povero e
pietroso. Un trampolino di pietra che, assottigliandosi sempre più, si perde in
mezzo allo spazio. Da qui non si vede più mare, spiaggetta, colina verde e
sole. Nulla oltre lo spazio vuoto, le stelle e una gigantesca e vicina luna.
Tanto grossa da poterla quasi toccare. Per poi volgere lo sguardo più in alto.
Da una zona più lontana della scogliera si erge una roccia con un po’ di prato
al cui centro, sotto un ciliegio, c’è un laghetto da cui cadono nello spazio
aperto una miriade di gocce. Queste sono le idee, ci suggerisce una voce dentro
di noi. Al primo sguardo sembra un’enorme cascata. Un’imponente massa d’acqua
che precipita. Ma, ad uno sguardo più accurato, sembra invece quasi immobile,
si percepisce il movimento solo guardandola attentamente. Cade come una piuma.
E non è acqua ma una miriade di gocce trasparenti. Un fiume placido sospeso nel
nulla, una massa poderosa di miliardi di gocce trasparenti che cadono senza
turbare il nero dello spazio. Con una direzione ben chiara, la Terra.
L'uomo non è l'epifania, ma la morte
dell'idea, poiché è nel momento in cui l'uomo incarna l'idea che
questa muore/cessa di vivere. Starà all’uomo far sì che l’idea che lo ha
partorito rinasca sotto forma di mille altre idee. Idee buone per la vita, per
andare avanti.
Nel tragitto verso la Terra si sfiorano e urtano tra loro
e, in certi momenti in cui viene corrotto il loro posato cadere, vengono in
contatto con gli Elementi, con gli spiriti. Chi le sfiora per poi sparire nel
nulla, chi ci passa in mezzo svanendo con una lenta scia, chi ci gira intorno
come un tonno con un banco di pesciolini, chi crea una strozzatura formando un
anello intorno alla lunga massa della cascata delle gocce, tagliando infine il
flusso a metà, scomparendo con mille scintillii che si attenuano. Questi
spiriti sono fasci rossi simili a lame, serpenti di luce bianca elettrica,
macchie larghe color arancione pastello che si muovono come il pongo. Come api
che fecondano le idee toccandole prima che arrivino sulla Terra.
Torniamo indietro.
Scendiamo dalla scogliera arrampicandoci verso la
spiaggia, dove i miei pensieri vanno a rifugiarsi, per ripararci dalle paure. Aspettando
i ricordi dal mare per vivere e rivivere i momenti che saremo stati bravi a
costruirci.
La spiaggia del sole
A sinistra c’è dunque una dolce collinetta che porta alla
spiaggia del sole. Da lì inizia il mondo delle nuvole, o Paradiso facile, come
lo chiamo io. In quel luogo che non è spiegabile con la logica umana ma in cui
si può guardare in faccia il sole senza che questo accechi. Qui si fa il sole,
mi disse più di una volta una persona che sognai spesso in questa spiaggia.
Concetto che non so spiegare ma compresi. Qui si fa il sole, chiaro.
Dalla spiaggetta basta oltrepassare una piccola collina
erbosa. Gradevole da salire. Non si fatica. L’erbetta solletica piacevolmente i
piedi e in un attimo si è arrivati. Si apre il paesaggio della spiaggia oltre
la collinetta. E si capisce immediatamente cosa vuol dire fare il sole. Poco a
largo, a mare, un sole grosso un palazzo è per metà immerso apparentemente
immobile. Ad ogni moto ondoso infatti il sole si scopre in parte o forse
completamente. Pare a volte tuffarsi in acqua e creare esso stesso le onde.
Onde piccole a volte ma violente molte altre e una spiaggia in cui tutti sembrano
eccitati all’inverosimile. Ubriachi dal ridere. In attesa della prossima onda.
Altri sdraiati come in un solarium ma tutti con gli occhi sbarrati per guardare
il sole come da svegli non possono fare.
Queste storie, bimbi, fanno parte di un’altra storia che
forse un giorno leggerete. Oltre questa spiaggia del sole inizia il mondo delle
nuvole ma di questo parleremo tante altre volte.
Bravo almeno così non li influenziamo con la religione cattolica!
RispondiEliminaMa sì,il problema non è tanto la religione cattolica ma l'alternativa per chi non segue nessuna dottrina religiosa. Grazie del commento bocia
RispondiEliminaQuesto è uno dei miei pezzi preferiti. Sembra di potersi addentrare davvero in questo boschetto e di poter passeggiare per la spiaggetta liberamente. Ora mi sdraio su uno scoglio e inizio a fantasticare...
RispondiEliminaEcco tu ci sei riuscita, il problema è che quelli che non sono su google+ non riescono a commentare
RispondiEliminaun "bimbo" legge le migliaia di notifiche accumulate nella mail e nel mezzo del ciarpame si imbatte in una figura nota e...cavolo! non sono riuscito a smettere di leggere (non che ci abbia provato, in realtà).
RispondiEliminame ne torno sereno nel mio boschetto.
idea meravigliosa e splendidamente raccontata, complimenti.
PS: se hai tempo/voglia/intenzione, mi scrivi una storia che la disegno a mio nipote?!?
PPS: ciaooo
Ciao Ale, una delle cose che volevo fare con questo blog è proprio scrivere su richiesta poichè il mondo che descrivo in questi scritti è piuttosto strutturato da tempo e mi piace provare a farlo calzare su chicchessia. Ho chiesto parecchie volte a mio padre di disegnarmi la spiaggetta ma lui invece su richiesta non fa nulla (cazzo di artisti). In ogni caso ti scrivo in privato. Parlavamo di te per un altro progetto col bocia Sabato sera. Parla pa! a presto caro.
RispondiEliminaPs: tu, tu che sei diverso, almeno tu nell'universo, commenta anche su fb visto che sto ricevendo molti riscontri positivi ma tutti in messaggi privati. O solo su fb e non qui insomma, quanti cazzi... ;)
Fantasia innegabile, dice la mamma, che però è la mamma.
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