sabato 30 gennaio 2016

5 - Spirito della fortuna e Spirito della sfortuna



Lo spirito della fortuna e lo spirito della sfortuna

Prima di parlare dei mostri e dello spirito della Forza dobbiamo imparare a conoscere altri due spiritelli di cui mi avete chiesto notizie, Papà ma esistono gli spiriti della Fortuna e della Sfortuna?
Partiamo dal secondo: non esiste.
Come non esiste? E allora perché ne parliamo se non esiste davvero?
Perché non esisterebbe ma possiamo crearlo noi.
Ma quindi esiste o non esiste?
Diciamo che questo spirito non esisterebbe ma se ci mettiamo in testa che esiste finiamo per crearlo noi stessi e non ha nessun tipo di potere, regalo o dono da farci.

Marcello ti ricordi cosa è successo qualche giorno fa quando ti sentivi tanto sfortunato e ogni cosa andava male?
Sì, ma ricordo solo che mi hai detto che certe cose capitano e passano e che non dobbiamo dire che siamo sfortunati.
Infatti. Allora, stavi aspettando che la posta ci portasse quei lego di Star Wars che tu e Federico desiderate da tempo. C’ è stato un problema e il giorno in cui dovevano arrivare non solo non sono arrivati ma ci hanno pure detto che avrebbero tardato parecchio. Il giorno stesso a scuola hai sbagliato a fare quel compito che ti riusciva sempre e hai litigato col tuo compagno, così come il pomeriggio del giorno dopo, alla lezione di capoeira, non riuscivi più a camminare sulle mani come avevi imparato e la sera, mentre tu e Federico giocavate, ti sei fatto male.
Sfortuna, sfortuna e sfortuna! Continuavi a ripetere. Ed effettivamente in quel momento lo spirito della Sfortuna si stava creando.

Ma sulla spiaggetta cosa succede quando nasce lo spirito della Sfortuna?
Succede che nel boschetto alcuni spiriti un po’ monelli…
Quelli che fanno morire o litigare?
Ehm…sì, Federico, quelli e altri. Ricordate che non ci sono spiriti che sono solo cattivi? Anche gli spiriti più simpatici, se non sappiamo come comportarci o li trattiamo male, possono diventare monelli. Quindi, ci sono alcuni spiriti (forse anche quelli dei mostri e della Forza di cui dobbiamo ancora parlare) che si trovano nel boschetto. Si nascondono per non farsi vedere. E si parlano continuamente nelle orecchie.
Non si parla nelle orecchie!
Hai ragione Federico, infatti questi spiriti stanno facendo i monelli…comunque decidono di fare degli scherzi a Marcello perché Marcello in quel momento ha creato lo spirito della Sfortuna.
Che però non esiste.
Certo. E infatti cosa fanno loro? Escono dal boschetto e cominciano a fare degli scherzi presentandosi come spiriti della Sfortuna. Una volta che vi convincete che siete vittime dello spirito della Sfortuna diventerete paurosi, arrabbiati con tutto e tutti e non riuscirete a fare ciò che volete.
Divertirci! Certo Federico, ricordandoci sempre che per divertirsi è necessario a volte imparare faticando e annoiandosi. Ecco, lo spirito della Sfortuna non vi fa concentrare e quindi non imparerete nulla e quindi vi annoierete in fretta.
Ma non è lo spirito della Settimana a farci imparare le cose. Siete voi che fate tutto, gli spiriti possono aiutarvi a fare meglio e in modo quasi magico. Comunque sì Marcello, è lo spirito della Settimana che si occuperebbe di queste cose ma, quando si crea lo spirito della Sfortuna, lo spirito della Settimana preferisce starne alla larga.
Diciamo quindi che la sfortuna esiste. Cammini per strada e un piccione ti fa la cacca sulla testa: questa è sfortuna. L’importante è non pensare che sia uno spirito ma semplicemente una delle tante cose che nella vita possono accadere. Tutto serve e tutto passa.
E, infatti, nel momento in cui Marcello ha capito ciò, che cosa è successo?
È successo che prima non me ne importava più niente…
Non mi interessava…
Sì papà, è successo che prima non mi interessava più niente e poi è andato tutto a posto da solo.
Bravo Marcellino, hai capito!
Lo spirito della sfortuna quindi non esiste, non va indagato, non ci si deve pensare perché non serve a nulla, non crea interesse di nessun tipo e quindi possiamo tranquillamente cambiare argomento.

Vi avevo detto che avremmo parlato in un altro momento dello spirito della Forza ma a dire il vero lo spirito della Fortuna è un figlio dello spirito della Forza e quindi in questo modo cominciamo a conoscerlo.
Lo spirito della Fortuna è ovviamente l’esatto opposto dello spirito della Sfortuna. Pensateci. Chiamatelo. Pensate di avere a che fare con lui anche quando magari non è così, va benissimo. Possiamo e dobbiamo chiamarlo e pensare a lui anche al costo di chiamare col suo nome un altro spirito: non si offenderà nessuno, ve lo assicuro.
Nonostante ciò è bene imparare a conoscere anche questo spirito perché non basta sapere che è uno spiritello simpatico e che porta felicità e doni; come per tutti gli altri spiriti è meglio conoscerlo.
È piuttosto semplice perché lo spirito della Fortuna si presenta in tre modi diversi:

1)      Dona la sua presenza senza che noi abbiamo particolari meriti.
2)      Si mostra in alcune situazioni in modo tale che, se ci comportiamo bene, ci potrà aiutare.
3)      È assolutamente distante dalla situazione in cui ci troviamo.

Vi faccio tre esempi.

1)      Regalo inaspettato. Senza che abbiate meriti particolari, senza che sia il vostro compleanno o Natale ricevete un regalo, magari portato da una persona che ci fa una visita. È un regalo solo e cominciate a litigare perché Federico vuole usarlo per primo e perché Marcello non vuole che Federico lo tocchi “che poi lo rompe”. Avete capito cosa voglio dirvi? Lo spirito della Fortuna può arrivare dal nulla (magari è stato lo spirito dei Sogni a dirgli di venire da voi – queste cose capitano spesso nella spiaggetta) ma voi dovete comunque essere bravi ad accoglierlo. A essere felici per la fortuna ricevuta senza litigare. Litigare dopo essere stati così fortunati non è una cosa molto intelligente e in questi casi lo spirito della Fortuna ci rimane male, si offende e magari non torna per un bel po’ di tempo.
2)      Dobbiamo andare al supermercato…tutti insieme. Uffa, ma che pizza, direte. Ecco questa è la seconda situazione. Lo spirito della Fortuna in questo caso non è venuto a cercarvi ma, ricordate sempre, è un po’ ovunque e in questo caso dovete essere voi bravi a trovarlo. E, guarda caso, siete stati così bravi che passando vicino al reparto “giochi per bimbi” papà e mamma incontrano i vostri occhioni giganti come quelli del gatto con gli stivali che vorrebbero dire, Ti preeeego!, ma voi siete bravi a non chiedere niente e quindi papà e mamma decidono di farvi un piccolo regalino.
3)      Siamo a casa di una signora anziana che papà e mamma sono andati a trovare. Non ci sono amichetti, non ci sono giochi e, guarda caso, la tv è rotta. Ecco, qui ci viene da pensare che lo spirito della Fortuna sia davvero lontano. Ebbene sì bimbi, lo spirito della Fortuna è ovunque ma a volte è davvero lontano. In questi casi, ascoltate bene bimbi, dovete essere bravi voi ad inventarvi qualcosa. Perché in certi casi bisogna davvero usare la fantasia. E, mentre quella vecchia signora ci fa vedere quella stanza dove ci sono tutte quelle foto vecchie, a Marcello viene in mente che quelle persone vestite in modo strano in quelle foto senza colori sono delle foto di fantasmi. Dal nulla nasce una storia stupenda per cui Federico e Marcello cominciano a creare un’avventura in cui ci sono dei fantasmi da cui nascondersi. Ed ecco che lo spirito della Fortuna arriva di corsa come quando c’è qualcosa di fantastico da vedere e farà diventare tutto ancora più bello.

Anche tornare a casa, fare il bagnetto e andare a dormire sarà fantastico perché sarete stati talmente bravi ad attirare lo spirito della Fortuna che un nuovo, particolare e fantastico amico vi farà compagnia nel mondo della spiaggetta.

sabato 16 gennaio 2016

4 - I ricordi e l'orticello



Papà, ma come funzionano i ricordi nella spiaggetta, se arrivano dal mare e non sono dentro di noi? E la spiaggetta è il mondo delle nuvole?
In un certo senso sì Marcello. La spiaggetta è un posto che noi creiamo nella nostra testa e da cui si può arrivare al mondo delle nuvole, che io chiamo Paradiso facile.
Ma perché “facile”, papà?
Perché funziona in modo facile facile; invece ora vi racconto come funzionano i ricordi nella spiaggetta.
Il tempo è diverso da come è da svegli. Un sogno che vi sembra più lungo di un giorno intero potrebbe durare un secondo in realtà. Il tempo, nella spiaggetta (e sì, anche nel mondo delle nuvole), scorre parallelamente, accanto, bimbi, al tempo sulla Terra anche se ci può sembrare più lungo. E le giornate composte da mattina-pomeriggio-sera o luce/oscurità esistono solo se le cerchiamo noi, se le creiamo. Avete capito? Vi faccio un esempio, sulla spiaggetta, non c’è mai il buio, è sempre giorno. La notte non arriva mai, perché la notte è un posto a parte che se vogliamo possiamo visitare.
Ma è possibile tornare indietro nel tempo, o andare nel futuro?
Come Trunks (un personaggio di Dragon Ball –  nda)!?
Sì Federico, diciamo in coro io e Marcello.
In un certo senso sì. Ma è difficile da spiegare. Diciamo che possiamo tornare in un momento del passato e vederlo da fuori. Da un altro punto di vista. Da calmi. Quell’evento, quella cosa del passato ora ci sembrerà diversa. Litighiamo col nostro migliore amico e poi ci rendiamo conto che lui aveva semplicemente paura, come noi.
Ma quindi nel mondo delle nuvole ci si trova tutti e come si fa?

*
I ricordi

Innanzitutto no. Non tutti si trovano nel Paradiso facile, bimbi. E questo perché dopo la morte non tutti vogliono VERAMENTE continuare a vivere. Vi sembrerà impossibile ma è così. Solo chi davvero si è creato tanti affetti e bei ricordi vorrà continuare a coltivarli.
Qui i ricordi sono diversi rispetto al mondo da svegli. Sapete, ricordate cosa o chi vi è familiare, ma, a meno che non desideriate rivivere quei momenti, quelle persone, ogni ricordo vi risulta quasi estraneo, come se non fosse vostro, come situazioni vissute da altri, storie lette o viste in un film o in un cartone. Alcuni invece, al solo pensiero vi faranno tornare in quel momento rivivendolo. Rivivrete tutto.
Ieri per esempio mentre ero al lavoro, un profumo mi ha costruito un ricordo lontano che ho rivissuto. Sono stato quindi proiettato nella spiaggetta. Sdraiato sulla sabbia, chiamato dal mare, attendo il ricordo.
Un’ombra veloce nei miei pensieri lavorativi, un’eco che mi porta nei suoi luoghi natii.
Ho rivissuto così un momento della mia vita.Come un sogno ad occhi aperti, bimbi. 
Ero piccolo, più o meno come Marcello ora, insieme allo zio, i nonni, Titta, Ilaria e la loro famiglia, Vania, Noemi e gli zii; eravamo tanti.
Stiamo andando alla Madonna del monte per fare un picnic e nel mio ricordo siamo già in cima; dopo la lunga salita, dopo tanta fatica e lagne da parte mia.
Arrivati in cima si sentono i grilli e il pungente profumo delle piante di mirto che, mescolato all’aria finalmente più fresca presente sulla cima del monte, e all’olezzo delle feci dei muli con le mosche intorno (aroma che, in questo scenario, diventa parte della gloria del ricordo, componente essenziale, irrinunciabile, di questa fragranza; un profumo inebriante, un luogo dell’anima, una certezza di immortalità), sconfigge la puzza dei miei capricci, quelli che fanno tutti i bambini (e io ne facevo parecchi!) tipo, Quando arriviamo? Ma io sono stanco? E che caldo fa? Io non sopporto tutti questi insetti! trasformando una giornata di pianto in un luogo per l'aldilà. È questa l'immortalità bimbi. Creare ricordi che vorrete vivere e rivivere all’infinito. Sono i luoghi del vostro mondo delle nuvole, del Paradiso facile. E solo gli spiriti possono farci comprendere come una giornata di capricci e pianti possa diventare un ricordo felice, una “casa” per lo spirito.

Questi ricordi “speciali” sono legati a ciò che in vita vi eccita, diverte, vi fa sentire quella sensazione strana allo stomaco, voglia di saltare, gridare e ridere. Le feste dallo zio, le vacanze al mare, i bagni in piscina, i salti e le acrobazie che compite tutto il giorno. Più ricordi e luoghi belli avrete da ricordare e più posti conosciuti vi accoglieranno nel Paradiso facile. Se non ne avete di questi ricordi, se crescendo li butterete via tutti, non ci sarà altra vita per voi perché non lo avrete desiderato VERAMENTE.
E vi accorgerete che questi “ricordi speciali”, questi ricordi-casa, non sono quelli che vi aspettavate, ma altri. Non sarà quel giorno in cui avete vinto la gara di corsa, vi siete buttati dallo scoglio più alto o avete preso il voto più alto a scuola. Ma quando in silenzio insieme attraversavamo la pineta per arrivare al mare, quando in macchina per andare a trovare i nonni i vostri ricordi si mescolano veloci alle immagini dei campi coi corvi e delle macchine – macchie colorate e rumorose. La vita diventa un soffice e confortante lenzuolino che voi non dovete far altro che tirare un po’ più su o anche far cadere per il troppo caldo.
La vita è un orticello di ricordi di cui dobbiamo prenderci cura. E questi sono i ricordi del nostro orticello che costruiscono il mondo delle nuvole, quelli sereni, non quelli vittoriosi. Perché la vita non vuole vittoria nè gloria ma uno specchio per osservarsi; che magari la faccia sembrare anche più bella.

*
L’orticello e la preparazione ai mostri

Una cattiva cura del vostro orticello porta spesso all’incontro di quelle entità che più ci terrorizzano ma che una volta conosciute si riveleranno meno paurose, forse addirittura simpatiche e ottimi alleati: i mostri.
Di cui parleremo però la prossima volta. E questo perché il primo lavoro del mostro è quello più odioso per noi. Farci paura da lontano, sentire che sta arrivando o potrebbe arrivare, aver paura della paura.
Abbiamo detto che ciò che vogliamo è divertirci e vogliamo farlo sempre tranne quando siamo impegnati ad imparare cose che ci servono per divertirci ancora di più? Bene, nei confronti dei mostri il primo lavoro da fare è quindi imparare a pazientare. Sapere che esistono, che se abbiamo il coraggio di non nasconderli sembreranno meno mostruosi e che possono dare dei doni, dei poteri fantastici, ma soprattutto che ora che non ci sono non dobbiamo pensarci (anche perché questo pensiero porta dritti dritti alla creazione dello Spirito della sfortuna che normalmente non esisterebbe ma che a volte noi riusciamo a crearci da soli – cosa da evitare –, ma anche di questo parleremo più in là).

Dunque, il primo compito: aspettare il prossimo racconto coi mostri avendo la forza di non pensarci.

Voltatevi e smettete di guardare tutte le erbacce che sono da togliere e i rami da eliminare perché non fanno passare il sole; vedrete attorno a voi lo spettacolo delle vostre passioni, un cielo stellato con i suoi pianeti e le sue costellazioni, i suoi soli, la placenta cosmica, il latte coi biscotti cosmico, i ripari di chi sa confortarvi, scogli bagnati dal sole in mezzo al mare, consigli nella tempesta, e poi il boschetto che diventa fitto e buio visto da lontano, con quei luoghi forse un po’ paurosi ma che, ebbene sì, siete eccitati dalla voglia di esplorare. E infine la spiaggia del sole, di cui per ora non diciamo altro ma in cui presto andremo. Ma non ora perché è ora di rientrare nell’abbraccio della notte, nel mondo dei sogni. Tornare al nostro volo leggero, divertito, casuale e fecondo, come il volo del polline. 

sabato 9 gennaio 2016

3 - La spiaggetta




Bimbi vi ho già parlato della spiaggetta, vero?
Ora vi racconto bene bene come funziona e dove si trova perché è importante per capire il mondo degli spiriti.
Questo posto esiste nella mente di ogni persona. Quell’angolo del pensiero in cui amiamo rifugiarci. Dove ci sentiamo sicuri, sereni, protetti. Spesso lo cerchiamo quando siamo in difficoltà e altre volte lo troviamo tra i pensieri della notte. Quelli prima e dopo essersi addormentati. Ognuno se lo immagina a modo suo. Nel mio caso è appunto una spiaggetta.
Ve la descrivo.
La spiaggetta

Una piccola spiaggia. Una baia chiusa in un abbraccio composto da una scogliera rocciosa sulla destra e una collinetta verde sulla sinistra. Alle spalle bassi cespugli crescono sempre più fino a diventare una pineta, un boschetto, una giungla.
Ma torniamo alla spiaggetta. Sdraiati sulla sabbia possiamo ripercorrere, come in un film, vicende legate alla nostra vita o all’esistenza in generale. Il cielo diventa uno schermo dove particolari apparentemente insignificanti della nostra vita tornano sotto forma di immagini. Molto spesso si possono vivere racconti immaginati, letti o visti in un film. È tutto osservazione, niente di più. Una pacata e serena osservazione dell’esistenza.
Non arriva mai ombra né notte. Il sole è perennemente alto in cielo, allo zenit, così lo percepiamo ma non lo vediamo. Si sente il caldo sulla pelle. Tutti i ricordi diventano piccoli brividi, pizzichi sulla pelle arsa dal sole. La vita viene sciacquata e filtrata da una brezza che si solleva solo quando staremmo per sudare per rinfrancarci. Per completare l’opera ci verrebbe da entrare in acqua. Un mare che sembra voler parlare.

Il mare

Abbiamo notato che i ricordi non giungono come da svegli. Prima arrivavano da dietro, dalle spalle, e venivano vissuti e interpretati da tutto il corpo prima di essere riconosciuti nella testa. In questo posto i ricordi, quando proviamo a chiamarli, arrivano di fronte a noi per poi allontanarsi immediatamente con un effetto a elastico. Allunghiamo le mani ma non riusciamo a coglierli. Rimangono sulla punta della lingua.
Entrare in acqua fortifica questa sensazione.
Tutta la vita da svegli diventa lontana. Ogni onda ci lava dal giorno, sembrerebbe volerci far dimenticare la nostra vita. Quando poi veniamo attratti da un’onda lontana. Sembra muoversi quasi controcorrente. In nostra direzione. Ci chiama, vuole noi. Ma vuole che stiamo fermi ad aspettarla, sarà lei a raggiungerci.
È la memoria, sotto forma di petalo ora, fiammella o piuma altre volte. La nostra singola e individuale memoria. Solo che ora arriva di fronte.
I nostri ricordi cavalcano il mare e tornano da noi come vecchi amici.
Ognuno di noi vive questo posto a modo suo ma diciamo che, la maggior parte delle persone, una volta ricevuta la visita di un ricordo, si apparta con esso sulla spiaggia per riviverlo oppure lo porta nel boschetto retrostante, luogo in cui spesso sono i ricordi stessi a dirigerci.

Il boschetto

È il posto in cui risiedono i sogni delle persone. Molto spesso chi ha accolto un ricordo dal mare viene qui a piantarlo. Qui si possono rivivere i sogni che tutti gli uomini fanno. Qui ci sono i desideri e le paure più grandi degli esseri umani. In questo posto abitano spesso molti tipi di spiriti diversi. Molte storie particolari nascono qui. Forse perché sta a metà tra il mondo da svegli, quello dei sogni e quello delle nuvole.

La scogliera

Alla destra della spiaggetta.
Qui è la notte. Giunge quasi con uno stacco netto. Camminando dalla spiaggetta verso la scogliera si vede ciò che prima non si vedeva per il troppo sole. Cioè il buio. Entrati nel buio tutto il resto è confuso e sfocato. In questo posto ci si muove col pensiero. Non servirebbe faticare. Eppure la voglia di arrampicarsi su questa scogliera è spesso irresistibile.
Arrampicandosi il buio diventa assoluto. La salita, a seconda dei casi, può essere più o meno pericolosa e faticosa ma una cosa è uguale per tutti: arrampicarsi su questa scogliera rende l’animo oscuro. Leggeri moti ansiosi si affacciano, inaspettatamente. Cerchiamo allora la spiaggetta con lo sguardo, ma attorno a noi c’è solo il buio più accecante. Che ci stiamo a fare qua? Ci chiediamo. Dobbiamo salire perché la paura potrebbe essere l’unica compagnia qui. Ma tutto finisce, come anche questa salita.
Il buio lascia il posto ad una fioca luce. Siamo arrivati sulla sommità della scogliera.

L’altipiano brullo

Sulla sommità c’è una pallida e giovane alba, sotto, in quel muro di rocce verticale che è la scogliera, la notte cupa. Ai piedi della scogliera la spiaggia, col sole allo zenit. Da qui si scorge tutto. Anche un grosso sole che si intravede dietro alla collina verdeggiante alla sinistra della spiaggetta. Dietro le nostre spalle un territorio brullo: povero e pietroso. Un trampolino di pietra che, assottigliandosi sempre più, si perde in mezzo allo spazio. Da qui non si vede più mare, spiaggetta, colina verde e sole. Nulla oltre lo spazio vuoto, le stelle e una gigantesca e vicina luna. Tanto grossa da poterla quasi toccare. Per poi volgere lo sguardo più in alto. Da una zona più lontana della scogliera si erge una roccia con un po’ di prato al cui centro, sotto un ciliegio, c’è un laghetto da cui cadono nello spazio aperto una miriade di gocce. Queste sono le idee, ci suggerisce una voce dentro di noi. Al primo sguardo sembra un’enorme cascata. Un’imponente massa d’acqua che precipita. Ma, ad uno sguardo più accurato, sembra invece quasi immobile, si percepisce il movimento solo guardandola attentamente. Cade come una piuma. E non è acqua ma una miriade di gocce trasparenti. Un fiume placido sospeso nel nulla, una massa poderosa di miliardi di gocce trasparenti che cadono senza turbare il nero dello spazio. Con una direzione ben chiara, la Terra.
L'uomo non è l'epifania, ma la morte dell'idea, poiché è nel momento in cui l'uomo incarna l'idea che questa muore/cessa di vivere. Starà all’uomo far sì che l’idea che lo ha partorito rinasca sotto forma di mille altre idee. Idee buone per la vita, per andare avanti.
Nel tragitto verso la Terra si sfiorano e urtano tra loro e, in certi momenti in cui viene corrotto il loro posato cadere, vengono in contatto con gli Elementi, con gli spiriti. Chi le sfiora per poi sparire nel nulla, chi ci passa in mezzo svanendo con una lenta scia, chi ci gira intorno come un tonno con un banco di pesciolini, chi crea una strozzatura formando un anello intorno alla lunga massa della cascata delle gocce, tagliando infine il flusso a metà, scomparendo con mille scintillii che si attenuano. Questi spiriti sono fasci rossi simili a lame, serpenti di luce bianca elettrica, macchie larghe color arancione pastello che si muovono come il pongo. Come api che fecondano le idee toccandole prima che arrivino sulla Terra.
Torniamo indietro.
Scendiamo dalla scogliera arrampicandoci verso la spiaggia, dove i miei pensieri vanno a rifugiarsi, per ripararci dalle paure. Aspettando i ricordi dal mare per vivere e rivivere i momenti che saremo stati bravi a costruirci.

La spiaggia del sole

A sinistra c’è dunque una dolce collinetta che porta alla spiaggia del sole. Da lì inizia il mondo delle nuvole, o Paradiso facile, come lo chiamo io. In quel luogo che non è spiegabile con la logica umana ma in cui si può guardare in faccia il sole senza che questo accechi. Qui si fa il sole, mi disse più di una volta una persona che sognai spesso in questa spiaggia. Concetto che non so spiegare ma compresi. Qui si fa il sole, chiaro.
Dalla spiaggetta basta oltrepassare una piccola collina erbosa. Gradevole da salire. Non si fatica. L’erbetta solletica piacevolmente i piedi e in un attimo si è arrivati. Si apre il paesaggio della spiaggia oltre la collinetta. E si capisce immediatamente cosa vuol dire fare il sole. Poco a largo, a mare, un sole grosso un palazzo è per metà immerso apparentemente immobile. Ad ogni moto ondoso infatti il sole si scopre in parte o forse completamente. Pare a volte tuffarsi in acqua e creare esso stesso le onde. Onde piccole a volte ma violente molte altre e una spiaggia in cui tutti sembrano eccitati all’inverosimile. Ubriachi dal ridere. In attesa della prossima onda. Altri sdraiati come in un solarium ma tutti con gli occhi sbarrati per guardare il sole come da svegli non possono fare.

Queste storie, bimbi, fanno parte di un’altra storia che forse un giorno leggerete. Oltre questa spiaggia del sole inizia il mondo delle nuvole ma di questo parleremo tante altre volte.